Di una morte ed di un nuovo inzio

Non avevo mai pensato molto alla morte, non avevo mai avuto paura di affrontare questo passo; in essa si trova la pace che spesso la vita non ti dona. L'Abisso per molti è una voragine profonda, oscuro pozzo senza fine, io invece l'ho sempre immaginato come la promessa di una nuova vita; perché senza la morte la vita non può essere a pieno compresa. Certo andarmene per tradimento non era nei miei piani e fa ancora male, anche a distanza di mesi. Una ferita nel corpo e nell'anima che brucerà ancora per un po, anche se Riorak è bloccato con me nell'Abisso. Per vendetta Equinozio non lo avrà mai, fino a quando Dealuna non riporterà la sua anima in un nuovo corpo.
Una sola cosa mi mancava. Lui. Rodrigo, ma non potevo nè volevo farne un rimpianto, anche se quando il Nonno mi aveva concesso di tornare per una sola notte nel Durgan centrale, avevo nutrito la speranza di poterlo rivedere ancora una volta. Portarlo con me  sarebbe stato il coronamento perfetto....


Desdemona ,  due mesi dopo la sua dipartita nelle Quezia.


CRONACA DI UN AMORE ETERNO:
Nel luogo che li aveva visti insieme per la prima volta, in un altro tempo. Distante. Li nuovamente insieme, ora per sempre. 

Solo adesso Desdemona aveva trovato la pace, che la morte le aveva promesso ma solo la sua mano in quella di Rodrigo aveva potuto portare. Lo aveva ferito, lo aveva salvato, lo aveva amato tanto. Dal primo istante in cui lo aveva visto in quella notte al campo, in cui la vita e la morte si erano incrociti nel campo dei Von Cerberus. Cosi era cominciato il loro duello, prima lento e cadenzato, poi sempre più rapido ed intervallato da momenti in cui i contendenti si erano a lungo studiati. In quell'intervallo era arrivato Nemes: un guerriero perfetto, termprato dalle battaglie, stratega, ammaliatore; in un certo qual modo Desdemona lo aveva amato. 
Le piaceva averlo vicino, combattere al suo fianco, nonostante lui inzistesse per difenderla. Forse avrebbe dovuto accettare questa sua premura. Avrebbe dovuto tenerlo vicino a sé, ma quando lo aveva visto li, disteso e ferito a morte, non aveva avuto alcun dubbio sull fine che avrebbe voluto per il suo amico: solo il dolce abraccio della morte lo avrebbe reso sereno. Anche se nessuno lo avrebbe mai capito. Alla fine l'Abisso aveva richiamato anche lei, così vicina a casa e alla reliquia, nella Quezia, ma lontana da Rodrigo. Sola. Ora con lo spadaccino accanto non lo sarebbe mai stata. L'albero sotto cui si erano innamorati continuava a bruciare, poco più in là i resti ancora congelati di Malarakirion, il ghiaccio ancenstrale che lentamente il terreno stava assorbendo. Il fuoco era stato attratto dal ghiaccio, ma la Von Cerberus non poteva saperlo quando aveva incontrato per la prima volta Melkior, nella foresta del Fauno. L'imperatore l'aveva affascinata, attratta, sfidata, colpita e lei lo aveva servito, fino a quando, suo malgrado aveva scoperto che Malarakirion aveva preso il posto dell'imperatore. Una svista che non si sarebbe perdonata. Cerbero, figlio e padrone del fuoco, non aveva gradito ora che il Primo era tornato su Drena anche grazie alla Von Cerberus; nonostante tutto le aveva permesso di manifestarsi ancora una volta nel mondo dei vivi, per combattere Malkior. Lei aveva accettato sperando di incontrare Rodrigo e salutarlo per l'ultima volta; lo spadaccino allora l'aveva sorpresa ancora una volta, quando lei gli aveva chiesto di seguirla nell'Abisso e lui voltandosi, indietro verso ciò che rimaneva del suo mondo, aveva scelto lei. Per sempre. La sua anima ora aveva trovato una inaspettata pace, li nel Durgan, dove tutto era iniziato, li era finito. 

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