Di una lacrima notturna
Forse dovrei stare un pò da sola e prendermi cura di me, ma non so come si fa. Non lo faccio da tanto tempo.
Quando ero adolescente, la solitudine era la mia migliore amica; mi rifugiavo in camera da sola, spiando il mondo dalla finestra, ripetendomi che non mi meritavo nessuno che mi facesse compagnia, che ero brutta, permalosa e che sarei rimasta sola per sempre. Allora mi comportavo come se fosse vero, come se non avessi bisogno di nessuno, se stessi bene da sola, ma non imparai mai a stare bene con me stessa, mi odiavo.
Come odiavo stare sola, ma non dovevo darlo a vedere, non doveva saperlo nessuno.
Un giorno arrivò uno splendido Sole ad illuminare la mia vita, mi prese con se quando nessun'altro mi voleva e allora pensai che non sarei mai più stata da sola.
Evitavo di rimanere con me stessa per troppo tempo, finendo di riempire quel Sole di tutte le mie speranze, paure, sogni.
Il Sole c'è ancora, ma ora non illumina più la mia strada anche se è ancora una parte importante della mia vita. Io non sono sola, ma sento una ferita nel cuore, una cicatrice che non credo se ne andrà mai.
Uno di cui segni che non danneggiano, ma ti segnano. Si è creato perché non mi sono mai presa cura di me.
Non so come si fa; ho sempre pensato che fosse una cosa egoista e dannosa.
Così, tanto tempo fa ho semplicemente smesso di amarmi, convincendomi di non meritare niente e di dover pagare sempre ciò che avevo.
Ora, anche se so che non è così, è difficile ricoprire quelle crepa nel muro; la guardo, sorrido, fa male, mi ricorda cosa mi sono fatta, mi ricorda cosa poteva succedere, mi ricorda di pensare bene a tutto ciò che faccio, alle parole che dico, perché una volta dette non si cancellano, al massimo si perdonano.
Mi ricorda quanto sia più facile scherzare su un sentimento che lasciarsi trasportare intensamente da esso, quanto sia più facile minimizzare che affrontare la verità, che sia più facile dire NO che dire SI
Devo amare me stessa e solo allora non sarò mai sola.
Quando ero adolescente, la solitudine era la mia migliore amica; mi rifugiavo in camera da sola, spiando il mondo dalla finestra, ripetendomi che non mi meritavo nessuno che mi facesse compagnia, che ero brutta, permalosa e che sarei rimasta sola per sempre. Allora mi comportavo come se fosse vero, come se non avessi bisogno di nessuno, se stessi bene da sola, ma non imparai mai a stare bene con me stessa, mi odiavo.
Come odiavo stare sola, ma non dovevo darlo a vedere, non doveva saperlo nessuno.
Un giorno arrivò uno splendido Sole ad illuminare la mia vita, mi prese con se quando nessun'altro mi voleva e allora pensai che non sarei mai più stata da sola.
Evitavo di rimanere con me stessa per troppo tempo, finendo di riempire quel Sole di tutte le mie speranze, paure, sogni.
Il Sole c'è ancora, ma ora non illumina più la mia strada anche se è ancora una parte importante della mia vita. Io non sono sola, ma sento una ferita nel cuore, una cicatrice che non credo se ne andrà mai.
Uno di cui segni che non danneggiano, ma ti segnano. Si è creato perché non mi sono mai presa cura di me.
Non so come si fa; ho sempre pensato che fosse una cosa egoista e dannosa.
Così, tanto tempo fa ho semplicemente smesso di amarmi, convincendomi di non meritare niente e di dover pagare sempre ciò che avevo.
Ora, anche se so che non è così, è difficile ricoprire quelle crepa nel muro; la guardo, sorrido, fa male, mi ricorda cosa mi sono fatta, mi ricorda cosa poteva succedere, mi ricorda di pensare bene a tutto ciò che faccio, alle parole che dico, perché una volta dette non si cancellano, al massimo si perdonano.
Mi ricorda quanto sia più facile scherzare su un sentimento che lasciarsi trasportare intensamente da esso, quanto sia più facile minimizzare che affrontare la verità, che sia più facile dire NO che dire SI
Devo amare me stessa e solo allora non sarò mai sola.
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