Nuovi progetti

La scorsa settimana ho vinto un workshop di scrittura creativa,e la mia autostima da scrittrice ha fatto un salto di mille chilometri! Considerando che non avevo mai vinto, avevo dovuto pagare e sudare per far si che la gente leggesse qualcosa di mio ( e poi non era arrivata al pubblico neanche una riga), direi che è un bel traguardo aver vinto quella targa.
Ora però direi che ho anche gli obblighi verso chi mi ha permesso di tornare a credere che quello che scrivo possa davvero valere qualcosa ed ho deciso di cominciare copiando qui una commissione chiesta da un amico qualche tempo fa.

Oggetto: Background di un personaggio di vampiri, clan ventrue
Committente: Claudio Gravano

Bello, alto, ricco. Terribilmente annoiato;

Così lo descrivevano gli amici e le ragazze, e infondo a lui si stava anche abituando a vedersi così.
Aveva tutto ciò che poteva desiderare. Era sempre stato cosi, da quando aveva memoria: tutta la sua vita era stata facile, fin troppo quasi, perché non aveva mai conosciuto il gusto dell'avventura, della conquista, della riuscita con le proprie forze.
Spesso si era interrogato sulle sue reali capacità, ma ora tutti quei discorsi apparivano lontani.

La vita di un altro, non la sua. Di un povero bambino costretto ad assistere a continue liti tra la sorella e il padre; non ne aveva mai capito il perché quando era piccolo ma lo aveva provato sulla sua pelle quando aveva raggiunto la maggiore età e la cicatrice sulla clavicola era ancora li a ricordarglielo, ogni volta che la accarezzava pensava a ciò che avrebbe voluto dirgli. “Grazie padre, ora so esattamente cosa non voglio essere, un pupazzo comandato dalla mafia come te!”.

Lo aveva odiato, disprezzato con tutte le sue forze, ma il denaro era stato l'unico dono che li avesse uniti. Soldi sporchi, che il buon banchiere puliva per i suoi datori di lavoro. Una lavatrice umana.

Buffo quel paragone, visto che suo padre aveva sempre umiliato e detestato i lavori domestici, eppure lui stesso era stato irretito in quella rete. Sua madre allora aveva provato a coprire quella merda con regali, soldi, pupazzi e ancora macchine, moto, viaggi. Sperava così di tenere il piccolo vicino a sé, dato che la figlia maggiore era fuggita troppo presto da quella gabbia dorata.

Lui era rimasto anche per pigrizia, ma sopratutto per sicurezza : poteva fare quello che voleva con tutte quelle risorse e la sua avidità di conoscenza lo spingeva a volere sempre di più, possedere sempre di più. Il potere di cambiare gli eventi secondo il suo diletto, piegare le menti deboli alla sua volontà.


Questo voleva.
Fu facile allora imbattersi nella magia, l'esoterismo che con il suo fascino misterioso irretiva tutti coloro che si avvicinavano a quella strada avidi di potere; da prima i tarocchi, poi il pendolo, la tavola degli spiriti.
Ma il potere è una droga ed il passo che porta alla magia nera è breve, seducente e dolce; un canto delle sirene a cui è difficile resistere.

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