La vita di Desdemona ( 2 parte )


" Contro il volere di mio padre, ma con il benestare della zia Erika mi recai al tempio della città e chiesi di essere ammessa all'addestramento con i miei cugini e mio fratello Erik, che ci aveva raggiunto da qualche giorno. I primi tempi furono durissimi: da quando fui ammessa accettai di essere trattata come tutti coloro che si trovavano li, quindi nessuna lamentela, nessuna tregua o riduzione negli esercizi solo perchè ero una ragazza nobile. Avevo deciso la mia strada, e da allora la porto avanti con onore.

Mio padre non riusciva ad accettare il fatto che preferissi passare ore ad allenarmi piuttosto che cercarmi un marito. 



Avevo già 18 anni, uno in più di quelli che aveva mia madre quando era rimasta incinta per la prima volta. Ma non ero interessata a stare a casa a sfamare marmocchi, non senza Victor accanto a me, e se non potevo avere lui, avrei seguito al via sacerdotale. Infondo lui era anche il Cappellano. 

Alla fine di una delle mie interminabili litigate con mio padre, a causa del mio ennesimo rifiuto di sposare un ricco mercante di Bazar, finii per confessargli il mio amore inconcludente per Victor. Lui mi abbracciò, visibilmente sollevato, e decise che avrebbe organizzato il mio matrimonio insieme alla zia, a Erik e alla famiglia tutta; ci volle parecchio impegno per convincerlo che l'ora era troppo tarda per svegliare tutti. 

A ripensarci ora, forse avrei dovuto lasciarlo andare a congratularsi con suo nipote, far preparare il banchetto e richiedere il benestare del Priore. Forse lui sarebbe ancora vivo ed io avrei la mia famiglia. La mattina dopo, una lettera smorzò gli animi di mio padre e mio fratello, in festa per le mie imminenti nozze: il re aveva richiesto che i Von Cerberus partecipassero all'ennesima guerra a Mitrea Nera contro Kena, per il Monolito.

Salutai mio fratello e mio padre, che mi strappò la promessa che non appena fosse tornato mi sarei sposata con Victor, anche se quest'ultimo non era ancora a conoscenza dei miei sentimenti. 


Passarono in fretta i giorni, mentre mi tenevi impegnata negli allenamenti; l'amore per Victor si andava sempre più trasformando in onore per la nostra famiglia, per la guerra, la devozione all'Abisso, al nostro sangue. 

Ricordo che la mattina in cui venni a sapere della morte di mio padre, mi ero svegliata presto per andare a pregare al tempio: fui raggiunta da Ludwigh, che mi accompagnò a casa, dove trovai Erik svenuto, ferito e solo. Non ci fu niente da dire, niente da spiegare. Un'altra parte della mia famiglia era stata richiamata dall'Abisso e l'unica cosa che potevo fare era continuare a servirlo, fino a quando non avrei riabbracciato mio padre e mia madre. Qualche giorno dopo seppi che mio padre prima di morire, mi aveva sciolto dalla promessa del matrimonio, chiedendomi tuttavia di essere felice, come meglio credevo. Neanche allora piansi, ma rimasi a vegliare la sua bara per un giorno intero. Continuai il mio addestramento più determinata che mai.


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