Quando sei in dubbio, torna all'ultimo salvataggio

 Non sono mai stata brava nei video giochi, o quanto meno a giocarli direttamente. 

Sono più il tipo di persona che vede enigmi, trova soluzioni, analizza dettagli prima che gli altri possono anche solo muovere il mouse o il controller nella direzione corretta (e non sto parlando di video giochi). 

Un copilota, una spalla, un assitente, che quando ha la sfortuna di doversi mettere "alla guida" si fa prendere dal panico di aver dovuto cedere il ruolo in cui si trova più affine. 

Non fraintendere, quando c'è da fare, faccio, anzi spesso nelle situazioni più drammatiche sono l'unica a rimanere calma (grazie cervello neurodivergente), c'è però quella fastidiosa sensazione di essere sempre sbagliata e fuori posto, che si arrampica come un gatto che scala un albero, ma quell'albero... e' la tua gamba! 

Prima che mi perdessi tra metafore automobilistiche e animali (come avrai notato sono facile alla distrazione), volevo parlati di punti di salvataggio, o "checkpoint" 

Checkpoint : l'ultima volta che sei andato avanti nel gioco con le idee abbastanza chiare, con un piano lineare, o quanto meno, dando al percorso la giusta attenzione. Servono per tutte quelle volte che ti senti perso, hai fatto una scelta sbagliata, o non apri Red Dead Redemption II da piú di una settimana e ha completamente scordato il sistema di gioco (true story) 

Nella vita purtroppo non possiamo "tornare indietro", a prima degli sbagli, a prima degli errori, a prima che le situazioni traumatiche ci colpissero in testa con una clava tipo quella dei Flintstone (GenZ che non sai di cosa sto parlando... chiedi a ChatGpt o cerca su YouTube e fatti una cultura) 


O almeno non si puo' fare FISICAMENTE. 


E qui si apre un mondo. O almeno, ci sono solo due soluzioni fattibili


1) Regressione di eta' : o "age regression" e' quello che succede a moltissimi giovani anche under 25, che a causa di traumi complessi, tornando anche attraverso il comportamento ad una fase infantile. Letteralmente. Tik tok offre una serie di esempi. Non e' un fenomeno volgare né p**n* ma un meccanismo di difesa, che la gente mette in atto solo in ambienti sicuri (si parla di Safe Place) e in AGGIUNTA alla vita quotidiana. Anche se ho una formazione in psicologia sociale e dello sviluppo, non sono la persona più più adatta, quindi ti rimando a questo articolo

2) Riparti dall'ultima cosa che ti ha fatto stare bene : a patto che sia legale, che non leda la liberta' o la salute degli altri e la tua. 

Prova a chiederti

"Prima che succedesse tutto, prima che perdessi di vista la riva, prima che ogni cosa si tingesse di uno sfumatura nera, prima che tutto fosse così fuori fuoco che neanche gli occhiali piu' costosi del mondo possono correggerlo, prima che il petto volesse scappare dal petto ogni istante che passo in compagnia e che la testa urlasse disperatamente ogni volta che sei solo. Prima del Covid, prima della convivenza, prima del matrimonio, prima del lavoro, prima di lasciare l'onore (ma anche il peso) della tua felicita' a gli altri... prima di tutto questo.. 

Cosa volevi essere? 

Qual era il tuo Safe Place? 


Per me lo era questo spazio, che ora non so piu' usare, che in qualche modo mi 'e diventato estraneo pur rimanendo conosciuto, accogliente, depositario di chi sono stata e dei sogni che ho finito per perdere lungo la strada. 

Oggi ho letto una frase adatta, che voglio regalarti (oltre alla riflessione fatta fino a qui, su cui il tuo cervello e' gia' all'opera senza che tu ne sia reso conto) 

"Vai in un luogo che e' rimasto lo stesso, per vedere realmente quanto sei cambiato tu"

Ora respira, rilassa la schiena e le spalle. Io saro' qui ancora per un po' se ti va di parlarne


Calipso, la farfalla di ossidiana

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