Esperimenti letterari
Il mio solito ritardo cronico mi ha dato lo spunto per lavorare ad un progetto a cui volevo dedicarmi da tanto tempo, ovvero stesura di un racconto sulla scia dei noti "I love shopping" in cui la protagonista si invece una giovane che cerca di destreggiarsi tra la famiglia che la vorrebbe sistemata con un uomo facoltoso, il fidanzato regista, la madre lesbica di lui e la compagna, ed infine il suo miglior porta fortuna: le calosce!.
Vediamo che ne viene fuori. Di seguito posto l'incipit del racconto, che si chiama appunto
"Arriva la donna con le calosce( in ritardo)"
Vediamo che ne viene fuori. Di seguito posto l'incipit del racconto, che si chiama appunto
"Arriva la donna con le calosce( in ritardo)"
La
mattina come al solito era arrivata troppo presto.
Non
c'era scongiuro, rito o catastrofe che potesse rallentare l'avanzata
del sole verso il momento in cui sarebbe suonata la sveglia.
“Amore,
alzati”
Una
voce soave riempì la stanza, debolmente illuminata dalla luce
che filtrava da sotto la porta
“Devi
andare a lavoro...”
Quella
voce così dolce, avvolse Clara come una calda coperta. Un
bacio sfiorò la sua guancia, poi un altro ed un altro ancora e
le sue guancie si colorarono di rosso e si riempirono d'amore.
“Right
now, not the, I can still remeber wan I'm working in my way back to
you boy, this time, this time, this time....” a questo suono la
stanza, i mobili e il piccolo mondo segreto di Clara si incrinarono
come uno specchio rotto .
“Pronto?”
“Buon
giorno tesoro...tutto bene, che ti succede?”
“Si
mamma, tutto bene, mi sono appena svegliata!”
“Ma
non non dovresti andare a lavoro oggi?”
“Certo...stavo
per andare...”
“Ah
bene. Ti chiamavo per dirti che oggi io e tuo padre verremo a pranzo
da te!”
“Fantastico...”
Clara sbadigliò massaggiandosi la testa
“Visto
che siamo vicino casa tua, pensavo anche che potremmo fare colazione
insieme prima che tu vada a lavoro”
“Si,
mamma...io...”
“Arriviamo
tra 10 minuti! A tra poco tesoro!” .
Il
telefono rotolo sul comodino, mentre Clara cercava conforto tra le
braccia del fidanzato, straiato di fianco a lei “Dannato
telefono...” brontolò nascondendo la faccia tra le coperte
ed il petto di lui
“Quindi
oggi pranzi con i tuoi?” chiese Pietro, accarezzandole dolcemente
la testa.“Si, e mia madre mi ha anche detto che tra poco passa a
portarmi...”
Clara
si alzò di scatto, più veloce di un tost sparato via
dal tostapane
“Devo
andare via subito!!” disse agitata Clara, muovendo scompostamente
le braccia mentre spotava le coperte alla rinfusa
“Ma
non li avevi avvertiti che dormivi a casa mia? Che tonta che sei!”
Pietro guardò la ragazza inclinando appena la testa, e non
riuscì a trattenere una grassa risata
“Fai
meno lo spiritoso...sai che glielo dirò...” lei lo guardò
negli occhi, dopo aver saltellato per la stanza per mettersi i jeans,
che la mattina le sembravano sempre più stretti e freddi della
sera prima
“Si,
certo amore, lo so!” sogghignò lui, ricadendo pesantemente
con la testa sul cuscino
Ok
pantaloni, reggiseno, maglietta, calze...calze?
“Amore dove ho messo le calze?”- “Vicino alle pantofole!”-
“Non ci sono!”- “ Allora sulla sedia...” “ Si eccole!!
Grazie, ti chiamo dopo pranzo! Ciao, amore, ti amo!”. Con
l'equilibrio che avrebbe fatto invidia anche ad un fenicottero rosa,
Clara si infilò le calze e le calosce, ed uscì dalla
porta
Le
sue calosce... le metteva sempre, tranne in estate inoltrata, che per
Clara andava da agosto a fine settembre. Non le importava cosa
dicesse la gente, lei amava alla follia quelle scarpe ed erano da
sempre il suo portafortuna. Il primo paio glielo aveva regalato suo
padre, prima dell'esame finale delle scuole medie “Con i piedini
freddi non riuscirai di certo a concentrarti!” Clara sorrise,mentre
ripeteva a bassa voce quella frase, che ogni volta la metteva di buon
umore.
A
quell'esame aveva preso il massimo dei voti, così al liceo e
alla laurea. Quelle scarpe le erano indispensabili, un po' come la
coperta di Linus, e negli anni ne aveva comprati diversi modelli.
Chissà
se ne esistono anche modelli da sera o da sposa?! Anche se non credo
Pietro mi permetterebbe di indossarle, infondo però lui è
stato l'unico ad accettare questa mia stranezza e ad alimentarla!!.
Le
piaceva molto quel ragazzo e pensò di aver trovato finalmente
quello giusto per lei! Il problema era che i suoi genitori non la
pensavano allo stesso modo: non approvavano la possibilità di
diventare parenti di un aspirante regista in cerca di una
occupazione, figlio di una maestra di danza che si era scoperta
lesbica ed ora conviveva con una donna brasiliana
Suo
padre avrebbe voluto qualcosa di diverso per la sua piccolina, che a
breve si sarebbe abilitata come avvocato penalista, ma Clara amava
quel ragazzo proprio per il suo essere fuori dagli schemi.
La
faceva sentire speciale, desiderata, amata, nonostante le sue mille
stranezze. Calosce in primis.
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