Il giorno della memoria

Il 27 gennaio si celebra "Il giorno della memoria", che per chi non lo sapesse si tratta della data in cui l'esercito sovietico, durante l'offensiva contro Berlino, giunsero a Auschwitz, mostrando al mondo intero l'orrore di quel campo. I sovietici avevano già scoperto altri campi, che però erano di sterminio più che di concentramento, quindi poterono salvare solo pochissime persone...

Basterebbero queste poche righe per sentire il sangue che ribolle nelle vene e chiedersi come sia stata possibile una cosa del genere. Come ha fatto un popolo che si proclamava come evoluto ha perpetuare un orrore cosi grande. Le generazioni orientali nate negli anni successivi alla guerra non hanno conosciuto direttamente quegli orrori, e gli echi di quanto accaduto sono andati sfumando nel tempo; fino alle generazioni del 21°secolo, con la faccia sempre incollata al computer, la testa chinata sugli smarthphone, intenti a whatzappare, twettare, lontani dalla guerra, dall'orrore. Io penso che si importante ricordare, affinché non debba accadere mai più! Anche perché purtroppo di guerre ce ne sono ancora, forse meno sensazionali perché localizzate in diverse parti del mondo, ma sempre altrettanto orribili.

Ma è giusto ricordare con queste cerimonie pubbliche, infiniti discorsi sulla Shoah, film e testimonianze dei reduci, per poi tornare alle nostre vite, fino al prossimo giorno della memoria, oppure sarebbe più utile parlarne tutto l'anno magari piantando quei semini di solidarietà, amore, rinascita, favorendo una riflessione interiore, lontano dalle luci mediatiche? Al tal proposito vi invito a vedere il video di Claudio di Biagio #nonapritequestotubo da cui ho preso spunto per questo scritto.

Non dimentichiamo mai, ma facciamo in modo che la memoria del passato ci serva migliorare il nostro futuro e non ha concederci un lascia passare per i tanto agognati "15 minuti di notorietà"

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